Psicoterapia costruttivista

…persino i più ovvi accadimenti della vita quotidiana potrebbero mostrarsi totalmente trasformati se fossimo sufficientemente inventivi da costruirli in maniera diversa” (G.Kelly)

L’approccio costruttivista pone l’accento sulla persona, concepita come attivamente impegnata a dare senso alle proprie esperienze di vita e ad accrescere le proprie possibilità di movimento e di scelta.

Non esiste una realtà’ oggettiva, uguale per ognuno, ma esiste una realtà’ differente a seconda di chi la guarda.

E’ la persona stessa quindi che crea la sua realtà’, la inventa e la costruisce secondo le proprie regole interne: su ciò’ che crede che esista, in base al suo mondo interiore e alle sue esperienze di vita.

Nello stesso modo, le persone, guardando uno stesso film, vengono colpite chi da una cosa chi da un’altra, proprio perché’ nella loro “mappa mentale alcune cose vengono amplificate, ad altre tendono ad essere non considerate.

In ottica Costruttivista si pensa che le persone non reagiscono alla realtà’ cosi’ com’è’, ma alla propria mappa mentale. Per fare un esempio banale, se io credo di non riuscire fare una determinata cosa, non proverò’ mai a farla e questo confermerà’ la mia presunta “incapacità’.

Le difficoltà in ottica costruttivista

In questa prospettiva, la persona in difficoltà è vista in termini di blocco o riduzione del suo movimento, come se fosse intrappolata in un labirinto senza apparenti vie d’uscita.

In questo labirinto si muove sempre lungo gli stessi sentieri e incappa sempre negli stessi vicoli ciechi, questo è il disagio psicologico.

La persona non riesce a dare un senso accettabile a ciò che sta vivendo,  non riesce a trovare soluzioni percorribili al suo problema o alternative possibili alle circostanze in cui si sente imprigionata.

Lo psicoterapeuta costruttivista accompagna la persona in un percorso di esplorazione e di conoscenza di sé, verso la creazione di nuove possibilità di scelta che le permettano di uscire dalla situazione di stallo in cui si trova o di rimettersi in movimento.

 Lo psicoterapeuta aiuta la persona affinché’ le risorse che già’ possiede, le siano disponibili quando occorre.

L’intervento terapeutico

La cornice all’interno della quale si articola il processo terapeutico, nell’ottica costruttivista, è esemplificabile mediante la metafora originariamente proposta da Kelly (1955) dell’uomo come scienziato.

Il lavoro terapeutico è concettualizzato come un processo di ricerca all’interno del quale paziente e terapeuta svolgono i ruoli distinti e complementari rispettivamente di ricercatore e di supervisore alla ricerca.

La metafora definisce le competenze specifiche di ciascuno dei due membri della relazione:

  • il paziente è l’esperto rispetto all’oggetto della ricerca (il suo sistema di conoscenza, le sue sensazioni, i suoi pensieri, le sue emozioni ecc.) poiché è l’unico ad avere la possibilità di un contatto diretto con esso;
  • il terapeuta è l’esperto rispetto al metodo e il suo compito è quello di suggerire gli strumenti, le procedure e i tempi per portare avanti l’intero processo.

In questo lavoro la logica è quella della ricerca scientifica: non esistono verità, ma solo ipotesi, più o meno attendibili, che devono essere verificate, ipotesi che saranno considerate valide.