Il rabbino Zusya di Hanipoli, un maestro mistico, fu trovato piangente sul suo letto di morte.
“Perché state piangendo?” gli domandarono gli allievi. “Voi che siete stato così devoto… Che cosa avete da rimpiangere o temere?”
Egli rispose: “Se nell’altro mondo mi chiederanno perché non sono stato un insegnante come Mosè, saprò rispondere. Se mi chiederanno perché non sono stato un devoto come Elia, saprò rispondere. Ma se mi chiederanno perché non sono stato Zusya, a questa domanda non saprò dare una risposta”.
Tratto da L’impronta dell’anima di Marc Gafni