Un giovane che vuole diventare pittore si reca da un gran maestro. Questi gli chiede di dipingere un quadro e di portarglielo. Una volta che il quadro è terminato, il giovane lo porta al maestro, che gli domanda:
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Aspetto che sia lei a dirlo” risponde, insicuro.
“Ancora non ci siamo!”
Il giovane, tristissimo, torna nella sua stanza e comincia un altro quadro. Quando lo finisce, ritorna dal vecchio.
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Aspetto che sia lei a dirlo.”
“No, ancora non ci siamo!”
E così, per qualche anno, la stessa scena si ripete ogni volta.
Un giorno, finalmente, il giovane sente di aver dipinto un quadro di valore. Tutto contento, lo porta al maestro. Questi lo esamina attentamente e poi, come sempre, gli domanda:
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Questa volta sì, credo che sia riuscita, ma aspetto che sia lei a dirlo.”
“Devo pensarci, studiare il tuo quadro. Torna domani.”
Il giovane, euforico, va nel caffè dove si riuniscono gli altri allievi del maestro e commenta con loro la sua opera. Un ragazzo gli dice:
“Non so perché tu sia così soddisfatto, ho appena parlato con il vecchio e lui non ha fatto altro che demolire il tuo quadro. Dice che non ha il minimo valore.”
Il giovane pittore, furibondo, corre a casa del maestro. Non appena lo vede grida:
“Come può parlare così del mio quadro? È ingiusto! Sono sicuro che lei sa quant’è riuscito. È un’opera d’arte! Non le permetto di demolirlo! Non le permetto di parlar male di un quadro che amo!”
Il vecchio sorride e risponde:
“Adesso sì che ci siamo, finalmente!”
Tratto da La risposta è la domanda di A. Jodorowsky