Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la violenza domestica è un fenomeno molto diffuso che riguarda ogni forma di abuso psicologico, fisico, sessuale e le varie forme di comportamenti coercitivi esercitati per controllare emotivamente una persona che fa parte del nucleo familiare.
Le violenze domestiche sono in maggioranza eventi gravi, infatti, il 34,5% delle donne ha dichiarato che la violenza subita è stata molto grave, mentre il 29,7% la riferisce come abbastanza grave. In occasione della violenza subita, il 21,3% delle donne ha avuto la sensazione che la loro vita fosse in pericolo, ma solo il 18,2% di loro ha considerato la violenza subita in famiglia un reato, per il 44% è stata qualcosa di sbagliato, per il 36% solo qualcosa che è accaduto.
Il fenomeno della violenza domestica risulta essere diffuso in tutti i paesi e in tutte le fasce sociali; gli aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti economici, senza distinzione di età, razza, etnia.
Le vittime coinvolte possono appartenere a ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale. Sono uomini, donne e bambini che spesso non denunciano il fatto per paura o vergogna.
Conseguenze
La violenza domestica può provocare danni fisici e gravi conseguenze nella vita psichica delle vittime (donne, uomini e bambini) perché può far sviluppare problemi psicologici come sindromi depressive, problemi somatici, sintomi di ansia, tensione, sensi di colpa e vergogna, bassa autostima, disturbo post-traumatico da stress e molti altri.
Dal punto di vista fisico le violenze domestiche possono generare gravi danni permanenti e contribuire a problemi di salute mentale e fisica.
Le conseguenze della violenza domestica protratta nel tempo lasciano segni anche sul piano relazionale perché le vittime che la subiscono spesso perdono il lavoro, la casa, gli amici e le risorse economiche di sostentamento.
Le condizioni di chi subisce la violenza sono tanto più gravi quanto più la violenza si protrae nel tempo, o quanto più esiste un legame consanguineo tra l’aggressore e la vittima.
Definizione
Può essere ampiamente definita come un pattern di comportamenti abusivi da parte di uno o entrambi i costituenti di un nucleo familiare uniti in un rapporto intimo come il matrimonio, famiglia, amici o la convivenza.
La violenza domestica ha molte manifestazioni tra cui l’aggressione fisica (colpire con calci, morsi, spintoni, schiaffi, lancio di oggetti) oppure le manifestazione di repressione o di minaccia, l’abuso sessuale, il maltrattamento psicologico, l’intimidazione, lo stalking, la negligenza e la privazione economica.
Sintomi
Le ferite, la paura e lo stress associato alla violenza del partner possono portare a problemi di salute cronici quali il dolore cronico (ad esempio, mal di testa, dolore alla schiena) o ricorrenti del sistema nervoso centrale (sintomi di svenimento).
Le donne maltrattate riferiscono molto di più spesso sintomi gastrointestinali (ad esempio, la perdita dell’appetito, disturbi alimentari), disturbi funzionali gastrointestinali (ad esempio, sindrome del colon irritabile), allo stesso modo, possono essere riferiti anche sintomi cardiaci come ipertensione e dolore precordiale. Una possibile riduzione del sistema immunitario, potrebbe essere attribuibile allo stress e/o ai disturbi della salute mentale, come la depressione o l’ansia, anche se questa ipotesi non è stata verificata.
CONSEGUENZE | Fisiche | Sessuali e riproduttive | Psicologiche e comportamentali | Mortali |
A breve termine | Lesioni addominali Lividi e frustate Disabilità Fratture Danni oculari Lacerazioni e abrasioni | Disturbi ginecologici Complicazioni della gravidanza/Aborto spontaneo Aborto in condizione di rischio Gravidanze indesiderate | Ansia Attacchi di panico Insonnia Sensi di vergogna e di colpa Inattività fisica | Aborti spontanei |
A lungo termine | Disturbi gastrointestinali Sindrome dell’intestino irritabile Funzione fisica ridotta Fribromialgie Sindromi da dolore cronico | Disfunzioni sessuali Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS Sterilità Malattia infiammatoria pelvica | Scarsa autostima Fobie Depressione Disturbo da stress post traumatico Disturbi psicosomatici Comportamento suicida e autolesionista Comportamenti sessuali a rischio Fumo Abuso di alcool e droghe Disturbi dell’alimentazione | Omicidio Suicidio Mortalità legata all’AIDS |
Violenza Assistita
Le esperienze traumatiche, infatti, soprattutto se perpetrate all’interno della famiglia da adulti significativi, condizionano non solo lo sviluppo psicologico e la salute mentale del bambino, ma anche la sua capacità di stabilire relazioni affettive soddisfacenti una volta divenuto adulto e genitore a sua volta, Inoltre, i traumi infantili possono compromettere il funzionamento del Sistema Nervoso, dell’apparato neuroendocrino, del benessere fisico durante l’intero arco dell’esistenza. L’essere stati ripetutamente esposti, da bambini, a violenza e ad abusi costituisce inoltre un decisivo fattore di rischio per diventare in fut
Come può aiutare l’EMDR
Intervenire con l’EMDR sul coniuge o sul genitore maltrattante, sulle vittime, sui figli esposti alle violenze e al conflitto, diventa fondamentale per interrompere il ciclo dell’abuso e la trasmissione di modelli di comporta-mento disfunzionali attraverso le generazioni.
L’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità personali e le risorse individuali, per affrontare le sfide della vita quotidiana, per andare davvero “oltre il trauma”.